Il crimine organizzato a Gotham City ha le ore contate. Batman, il tenente Gordon, il nuovo Procuratore Distrettuale e alcuni improbabili epigoni dell'Uomo Pipistrello in imbottiture da hockey hanno dichiarato guerra ai criminali. La loro fortuna e i loro dollari, accumulati in una banca di massima sicurezza, vengono rubati da Joker, un pagliaccio sadico e mascherato che getterà la città nel disordine e nell'anarchia. Riempite le tasche di lame, polvere da sparo e lanugine, Joker sfiderà il cavaliere oscuro di Bruce Wayne e rivelerà il lato oscuro di Harvey Dent, l'eroe procuratore che applica la giustizia e agisce a volto scoperto.
Negli anni il fumetto ideato da Bob Kane si è "riletto" per riscriversi in nuove forme, in questo modo ha riscritto anche il proprio rapporto con il cinema. Si è perciò compiuto il progetto di portare sullo schermo Batman, evitando l'estetica pop-camp di una precedente età televisiva, interiorizzando le proprietà narrative del fumetto e quelle del video e procedendo verso la loro integrazione radicale.
Dopo la deformazione grottesca e la stilizzazione espressionistica delle versioni di Burton, che aveva saputo trovare un equivalente plastico-dinamico alle figure disegnate sulle tavole, il Batman "iniziato" e "totalmente formato" di Nolan riscrive in chiave crepuscolare il mito del giustiziere mascherato e rilancia in avanti la scommessa del fumetto al cinema. Se il Batman di Burton è infatti prossimo al sistema di rappresentazione dei cartoons, dal quale del resto l'autore proviene, Nolan codifica nel noir il character di Kane, deviandone le traiettorie e sviando lo sguardo dello spettatore in un gioco perverso, che si annoda nella psicologia dei suoi protagonisti e si complica nell'interazione tra i personaggi e il paesaggio metropolitano dominato dal denaro.
Sviluppata la sua mentalità investigativa e dichiarata la sua formidabile capacità abduttiva, il cavaliere oscuro di Nolan è un detective incorruttibile a caccia di prove (un proiettile esploso nel muro vale un indizio), che tocca cadaveri, frana sulle macerie dei palazzi e agisce in una "giungla d'asfalto" dentro una divisa leggera da "corpo speciale". Spogliato dal rigido esoscheletro, il singolare "costume", disgiunto dal cappuccio, attribuisce nuova energia al personaggio logorato dal protrarsi dell'iteratività narrativa.
Quello che conta nel Cavaliere oscuro è l'enigma della psicologia dei personaggi: i compagni (Harvey e Gordon) di Batman quanto gli antagonisti (Joker e Due Facce) non sono semplici caratterizzazioni laterali ma diventano figure malate di un incubo, sistematicamente inquadrate dal basso (soprattutto Joker) come un insieme ambiguo e incombente.
Apparentemente costruito come film sulla voracità e sul potere distruttivo del denaro (il film si apre con la realizzazione di un colpo e la liquidazione di tutti gli esecutori materiali della rapina ad opera di chi l'ha concepita), Il Cavaliere oscuro si rivela opera della paranoia e del progressivo affondare dell'eroe senza maschera di Aaron Eckhart (Harvey Dent), risentito coi compagni e attirato verso il basso da un inafferrabile Joker. Dalla "caduta" muore Harvey e nasce Due Facce, un reduce-sopravvissuto e psicopatico quanto l'irriducibile clown di Ledger, di cui il regista non rilegge le origini, perché Joker è figlio del caos e la sua ferita, aperta in un "sorriso", è figlia di una leggenda declinabile all'infinito.
Come The Prestige così Il Cavaliere oscuro è una saga della dualità, ma diversamente dal primo a Gotham City non vince chi rischia di più o chi ha meno remore morali, i duellanti sono tutti ugualmente sconfitti e perdenti. Batman perde l'illusione di Rachel e attira su di sé l'attenzione ostile dei cittadini, distogliendola come un prestigiatore da quei particolari che lascerebbero intuire la soluzione del mistero; Harvey perde Rachel e la "faccia"; Joker la risata, bloccata e "appesa" in cima a un grattacielo; gli spettatori perdono il volto disfatto nel make-up di Heath Ledger, rovesciato e trattenuto dal dandy malinconico di Bale. Se lo lasciasse precipitare nemmeno Batman esisterebbe più. E (questo) Joker non può davvero andarsene mai.
Fonte: MyMovies
Sono andata un 20 giorni fa' al cinema a vederlo e sono rimasta piu' che soddisfatta .............Heath mitico, unico, sublime, fantastico, magnetico, folle, geniale e chi piu' ne ha piu' ne metta !
Trovo che Heath abbia recitato in un modo impeccabile come se sentisse che questa sua intepretezione potesse essere una delle ultime da lui fatte, ci ha messo tutto se stesso e il risultato e' fantastico.
Non nego che io sono andata al cinema solo x vedere lui pero' e' anche da dire che nel complesso il film e' tutto interessante scivolava tutto molto velocemente senza pezzi noiosi e che figata vedere Joker partire come antagonista del film e poi piano piano diventare il potragonista assoluto sfido chiunque a dire il contrario per la prima volta in vita mia non sono riuscita ad odiare un cattivo anzi l'ho adorato ............almeno ho adorato Heath x come l'ha intepretato e come dicevo prima che figata vedere Heath con il suo talento rubare la scena in modo cosi sublime ed elegante agli altri attori e sono convinta che anche loro nel vederlo recitare dal vivo sono rimasti affascinati da quel suo modo di impersonare un folle con quel pizzico di ironia che non guastava che fa si a non renderti joker antipatico ma addirittura x certi versi te lo fa trovare simpatico "tipo scena in ospedale quando e' vestito da donna ...mitico".
Lo Adoro spero che a voi sia piaciuto quanto me Edited by Woman_in_white - 29/8/2008, 19:29